Una maschera, da pulcinella. Con gli occhi chiusi.
Profumo di tartufo, come musica in olofonia, che penetra nei pensieri.
Un cubetto di burro disegna graffiti bianchi su un corpo che si accorda.
Musica attraversa le ossa. Una scorsa di grana penetra lentamente le labbra.
Poi nella gola un ruscello impertinente di vino bianco.
Una cascata con due affluenti invade e scende sui seni, fermandosi sui fianchi.
La musica sfuma, due corpi si fondono. La cena è servita.