Poesia Tu, tempesta di Francesca Cremonesi (Amore)
Del sol triste è la rugiada di ieri il cor è primavera che inutile volteggia per lo sbocciar di un fiore e lieve brucia d'ardore.
Canta il mio pensier tra i gigli dei campi sfiora le rose e l'inebriante brezza gli occhi alza verso il sole all'ombra di un pesco e dolce socchiude le palpebre rosate.
Fragore di vento non troppo lontano oscure il colle un manto nero cade al suolo un raggio di sole traspare cristallo a goccia fine
Del cielo è il suon tempesta e di vento parla la foglia scossa, turba la quiete del canto primavera e sovrasta la natura che ella crea
urla la nube, inquieta è l'onda, abbatte lo scoglio, il lampo torna, bufera avanza, la quercia scuote, or si ferma.lieve piove.
Si calma il ciel della sua tristezza rassegna il pensier che lo tormenta Sorride la luna ai gigli dorati che la notte culla dall'ombra velati.
Sa di ieri il cor in tempesta che ancora volteggia in un canto leggero. Cammina sola un'eterna brezza canta il sol come carezza Risuona nel vento una nuova armonia che al suo risveglio troverà Fantasia.