Dove se ne vanno le ricciute donzelle che recano le colme anfore su le spalle ed hanno il fermo passo sì leggero; e in fondo uno sbocco di valle invano attende le belle cui adombra una pergola di vigna e i grappoli ne pendono oscillando. il sole che va in alto, le intraviste pendici non han tinte: nel blando minuto la natura fulminata atteggia le felici sue creature, madre non matrigna, in levità di forme. Mondo che dorme o mondo che si gloria d'immutata esistenza, chi può dire?, uomo che passi, e tu dagli il meglio ramicello del tuo orto. Poi segui: in questa valle non è vicenda di buio e di luce. Lungi di qui la tua via ti conduce, non c'è asilo per te, sei troppo morto: seguita il giro delle tue stelle. E dunque addio, infanti ricciutelle, portate le colme anfore su le spalle.